La città del giorno: Origgio (VA) |
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STORIA 2 - dal 1500 ad oggi |
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Origgio
(VA)
Storia Storia
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Origgio (VA) Verso
la fine del gennaio 1560 Origgio dovette ricevere una notizia che lo
toccava in modo particolare. Carlo Borromeo, figlio del conte Giberto
signore di Arona, era stato nominato dallo zio Pio IV cardinale e
amministratore perpetuo della diocesi di Milano. (il giovane abate Carlo
non dimenticava di avere dei possedimenti anche ad Origgio) Verso la fine del Settecento tra Caronno ed Origgio correva un certo antagonismo, dovuto più che al campanile alle campane. Origgio aveva il suo bel concerto di campane, invidiato da quei di Caronno, i quali decisero di rinnovare le loro. Ci deve esser stato un gran parlare ed un vantare le nuove campane, che intanto erano nella fonderia. I caronnesi esaltavano la grossezza delle campane che avrebbero presto avuto sul loro campanile: i buoni origgesi, un po' stanchi di tanto fantasticare di quei di Caronno, decisero allora una burla: ad un olmo di un prato di Caronno attaccarono un girello per bambini, quasi a dire "Voi caronnesi sarete capaci di formare dei girelli, ma non di comprarvi delle campane veramente grosse". Invece i caronnesi inaugurarono un buon concerto di campane ed allora l'abate scrisse una poesia che fu poi pubblicata in un suo libro di poesie dialettali nel 1816. Dopo che Re Vittorio Emanuele
con l'armistizio di Villafranca estese il suo dominio sulla Lombardia,
si pensò a ricostruire l'ordine nei comuni e con la legge del 25
ottobre 1859 furono indette le elezioni comunali e provinciali. origgio
risulta nel mandamento di Saronno. Le elezioni furono indette per il 19
gennaio 1860 e i votanti furono solo 56. Il sindaco non veniva eletto
dal Consiglio ma era di nomina del Re, il quale nominò Pirovano
Gaudenzio (primo sindaco ad Origgio) agente di Casa Borromeo. Verso il 1860 ad Origgio
troviamo un maestro (Giuseppe Croce) e la maestra Domitilla Ceriani.
Hanno moltissimi alunni. Con un numero così elevato di alunni, senza
l'aiuto dei genitori in maggioranza analfabeti, privi di materiale
didattico, i due maestri avevano un lavoro improbo e faticoso. Verso il
1874 venne assunta un'altra maestra, Carolina Cattaneo, e le venne
affidata una classe mista. L'occupazione principale
degli origgesi era data dall'agricoltura. Verso la fine dell'Ottocento
veniva trascurata la vite, o coltivata appena per il consumo casalingo;
ormai prevalevano i vini di altre regioni. Il raccolto era fondato sul
frumento. Si coltivava anche il granoturco, l'avana, la segale e il
miglio. Si allevava anche il baco da seta e la foglia del gelso. Una delle fondazioni che
aveva dato buoni frutti nella Diocesi di Milano era stata quella
dell'Oratorio per i giovani. Anche ad Origgio il problema era aperto. La
spinta a queste innovazioni veniva dal nuovo Arcivescovo di Milano. In
quel momento era fervido anche il movimento sociale e cattolico e
proprio il giorno di San Giuseppe (19 marzo) 1893 veniva fondato ad
Origgio. All'inizio del 1900 la situazione scolastica si presentava così: vi sono solo le prime tre classi elementari, e ogni classe e' di 150 alunni. Il comune dice di essere sprovvisto di risorse economiche e sacrifica l'istruzione dei figli del popolo. Nel 1905 si devono aprire cinque classi. La frequenza e' altissima. Nel 1905 si istituisce anche un corso domenicale della durata di quattro mesi. Per gli origgesi del tempo la cultura era una conquista che si pagava tanto cara La prima guerra mondiale si ripercosse anche sulla vita di Origgio, bloccando la continua ascesa del popolo. Il 25 aprile 1945 entravano a Milano le
truppe alleate; la guerra era finita, ma rimaneva il compito di
ricostruire il paese dopo tante rovine. Ad Origgio si lavorò per
ottenere l'autonomia e per ricostruire il comune.
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