La città del giorno: Capoterra (CA)

S. Efisio - Martire

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Capoterra (CA)

Sant'Efisio Martire

Sant'Efisio, secondo gli studiosi prese il nome da Efeso dove nacque con il nome di Stratilate Procopio. Il padre era di fede cristiana, la madre invece era pagana. Quando era ancora un ragazzo Il padre morì e sant'Efisio fu educato alla fede pagana. La madre che era di famiglia aristocratica lo presentò a Diocleziano, nella città di'Antiochia, dove l'imperatore soggiornava, perché lo arruolasse nella propria guardia. Diocleziano lo nominò ufficiale. Efisio si dimostrò severo con i cristiani. Venne destinato al comando di una vasta provincia d'Italia. Durante il viaggio, udì una voce dal cielo che lo fece convertire al cristianesimo. A Gaeta si fece battezzare. Venne inviato in Sardegna per raffrenare le scorrerie e le devastazioni dei barbari (così i romani chiamavano i sardi). Efisio sbarcò a Tharros, sconfisse la gente barbarica, arrivò a Calares (l'odierna Cagliari) e nella città primaria dell'isola passò dalla spada di Cesare alla croce di Cristo. Scrisse a Diocleziano e alla madre, esortandoli ad abbandonare i falsi dei e a convertirsi. L'Imperatore adirato mandò in Sardegna il preside Julico, uomo crudele e feroce verso i cristiani, con l'ordine di riportare Efisio al paganesimo. Non ci riuscì. Julico lo fece arrestare e gettare in una cella del carcere di Stampace e gli fece infliggere tremende torture. Venne flagellato, bastonato, scarnificato con unghie di ferro, bruciato con tizzoni ardenti, messo in una fornace. Uno dei carnefici, Terenziano, si accorse però che le ferite di Efisio guarivano istantaneamente e anch'Egli si convertì al cristianesimo. Efisio fu decapitato a Nora il 15 gennaio 286. Prima di morire pregò Dio di proteggere Cagliari e i suoi abitanti dai nemici, dalle carestie e dalle epidemie, di proteggere i naviganti e di concedere la salute ai visitatori del suo sepolcro.

Sant'Efisio è santo per volontà popolare e non per volere della Chiesa, è patrono dell'archidiocesi e compatrono di Cagliari e patrono di tutta la Sardegna. Subito dopo l'anno 1000, le reliquie di Sant'Efisio furono portate a Pisa per sottrarle alle invasioni arabe. Custodite nel duomo pisano fino al 1866, quando vennero restituite a Cagliari. Nella cappella di San Ranieri a Pisa è rimasta la statua di Sant'Efisio scolpita nel 1592 da Battista di Domenico Lorenzi detto il Cavaliere. Sempre a Pisa, nel camposanto monumentale, sono esposte in pannelli fotografici le storie dei Santi Efisio e Potito affrescate nella galleria sud o parete di sinistra da Spinello Aretino. Questi dipinti, eseguiti fra il 1391 e il 1392, fortunatamente scampati alle fiamme del bombardamento delle artiglierie del 1944, costituiscono un'opera d'arte estrosa ed interessante, ricca di colori ed assai vicina, nella tecnica e nello stile, ad un facile fraseggio popolaresco. Il culto antico di Sant'Efisio è documentato anche dai cosiddetti Goccius, ottave che si cantano nei giorni della sagra per esaltare la figura di questo valoroso guerriero, protettore dell'Isola entrato dalla leggenda nel cuore dei sardi.

 

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